31 dicembre 2016

Dal luogo dove siete potete udire i loro sogni



E soltanto voi udite l'invisibile cadere delle stelle, il moto più che mai oscuro innanzi l'alba, minutamente sfiorato di rugiada.
Ascoltate.

E' la notte, trotterella silenziosa, con alghe marine intorno agli zoccoli, sopra i ciottoli impastati di conchiglie, oltre i vasi di felce, dietro le tende, oltre il versetto della bibbia, e il gingillo, oltre l'armonium, oltre l'armadio, oltre gli acquarelli dipinti a mano, e il cagnolino di porcellana, e la scatola di latta rosa per il tè.

Voi soltanto potete udire  vedere, dietro gli occhi dei dormienti, i moti e i paesi e i labirinti e i colori e gli sgomenti e gli arcobaleni e le melodie e i desideri e il volo e la caduta e la disperazione e i mari in tempesta dei loro sogni.

Dal luogo dove siete potete udire i loro sogni.

Dylan Thomas | Sotto il bosco di latte

26 dicembre 2016

Se vuoi parlarmi, parlami d'amore




















































































etichette di grandi dimensioni stampate in letterpress su carta cotone per bottiglie maxi di profumatori d'ambiente con poesie di Charlotte Brontë per Carla Chemello profumeria

25 dicembre 2016

agrifoglio o pettirossi


Tutti i Natali si somigliano talmente in quegli anni ormai dietro l'angolo della città di mare e senza più suoni tranne l'angolo della città di mare e senza più suoni tranne il lontano parlottare delle voci che sento a volte per un attimo prima di addormentarmi, che non riesco mai a ricordare, se nevicò sei giorni e sei notti quando avevo dodici anni o se nevicò dodici giorni e didici notti quando avevo sei anni (...).

Tutti i Natali rotolano giù dalla collina verso il mare che parla gallese, come una palla di neve che si fa sempre più bianca e grossa e rotonda, come una luna fredda e frettolosa a capofitto nel cielo che era la nostra strada; e si fermano sul margine delle onde orlate di ghiaccio, che gelano i pesci, e io affondo le mani nella neve e tiro fuori tutto ciò che trovo: agrifoglio o pettirossi o pudding, baruffe e canti e arance e fischietti di latta, e il fuoco acceso in salotto, e bum! fanno i petardi e santo santo fanno le campane, e le campane di vetro tremano sull'albero, e Mamma l'Oca (...) e Piccole Donne e ragazzini che si servono di torta per tre volte, teddy-bears (...), organetti a bocca, soldatini di piombo, e biancomangiare (...).

Affondo la mano in quella bianca, lanosa, scampanellante palla di vacanze ferma sull'orlo del mare che canta canzoni natalizie.

Dylan Thomas | Ricordi di Natale, 1945 
(Einaudi, trad. Floriana Bossi)
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