2.
Le sue membra "erano però di un disegno così nobile; e la sua ossatura così vigorosa sotto le carni delicate, che ella appariva quale una gigantessa sacra, una statua dipinta della Processione. Il colore della sua pelle era di un bruno olivastro, e la testa piuttosto piccola, di profilo appariva un po' grifagna, per via del naso fortemente aquilino; ma vista di fronte, ti raddolciva il cuore: in grazia del sorriso, la cui bocca, piccola e carnosa, mostrava dei denti che somigliavano al gelsomino d'Arabia. E in grazia degli occhi i quali (sotto i sopraccigli nerissimi), erano di un ovale sottile, di un colore nero vellutato, lucente,; e riflettevano dei pensieri di un'allegria tanto consolante, che, a guardare quegli occhi, ti pareva di sentir dialogare due uccelli.
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La ragione per cui donna Amalia non ingrassava troppo era che, nell'intimo di lei, continuava ad ardere, senza mai consumarsi, quel fervore che una donna comune può conoscere quando è bambina; ma che poi si frena in gioventù, e tramonta nell'età adulta.
I sentimenti, i pensieri di donna Amalia erano sempre in moto, sempre accesi; e perfino nel sonno non si quietavano, giacché il suo riposo era un tale spettacolo di sogni che, a raccontarli, sembrerebbero le Mille e una Notte."
Elsa Morante, Donna Amalia (1963)
immagini della plaquette realizzata da Nora letterpress come dono-bomboniera in occasione del battesimo di Stella