3.
Naturalmente, donna Amalia amava gli ori, gli argenti, le pietre preziose, e ne possedeva tanti scrigni e cofanetti pieni da mortificare una regina. Pure, oltre ai gioielli veri, continuavano a piacerle quelli falsi, che di solito posson dare soddisfazione a una bambina (...). Ciò che l'attirava non era il valore degli oggetti, ma piuttosto il loro effetto, il piacere che essi le davano a guardarli e a portarli. E siccome, a dire tutta la verità, essa era rimasta sempre mezzo analfabeta e aveva conservato lo stesso gusto incolto di quando era una povera ragazza, le cianfrusaglie d'un venditore ambulante potevano piacerle quanto le piaceva il tesoro del Gran Visir, ed era capace di fermarsi a contemplare un carrettino della Fiera come se fosse davanti a una vetrina di Parigi. Quando c'erano le fiere dell'Epifania, o di una qualche altra festa, essa faceva fermare l'automobile all'ingresso della piazza, nelle ore meno affollate; e piano piano, coi suoi piedini passeggiava su e giù davanti alle baracche, ai carretti; e ogni momento le si accendevano gli occhi, e voleva questo e quello. Così che non bastavano due servitori per caricarsi di tutti i suoi acquisti.
Elsa Morante, Donna Amalia (1963)
sotto: anello Old gold boutique