Sandokan si diresse bruscamente verso la porta, che aprì furiosamente. - Dove vai? - gli domandò il Portoghese arrestandolo con ambe le mani. - Ritorno a Labuan - rispose con voce rauca il pirata. Domani dirai ai miei uomini che gl'Inglesi mi hanno ucciso. Non udranno più mai parlar di me, e tu sarai la nuova Tigre... io ritorno da lei! - Sandokan! - esclamò Yanez circondandolo con ambe le braccia e traendolo verso di sé. - Sei pazzo tu per ritornare a Labuan, solo, con simil volto, laggiù, dove ti daranno la caccia come una belva feroce, dove non avrai un amico che ti difenda, quando a Mompracem vi sono cento e più uomini pronti a seguirti in capo al mondo? Rimani, Sandokan, lo voglio. Voglio che tu ritorni l'antica Tigre della Malesia pur amando.
I due pirati si precipitarono l'un nelle braccia dell'altro e rimasero così, stretti.
Un fischio prolungato, un fischio d'allarme li separò bruscamente. Entrambi lo riconobbero.
- Giro Batoë! - esclamò Sandokan, slanciandosi verso la porta sospettando qualche cosa d'insolito.
- Giro Batoë! - ripeté il Portoghese, che aggrottò la fronte, seguendolo frettolosamente.
La notte era egualmente oscura come poche ore innanzi, ma con tutto ciò i due pirati scorsero il Malese che saliva come una scimia facendo i gradini a quattro a quattro. In pochi istanti giunse fino alla piattaforma.
- Siete voi capitano? - domandò egli avanzandosi frettolosamente.
- Sì, e che vuoi, Giro Batoë? Che significa la tua presenza a un'ora così tarda e in un luogo ove non hai nulla da fare? - domandò Sandokan con voce collerica. - Spicciati: se sei venuto per parlare, parla, se non hai nulla di serio ritorna alla tua capanna prima che mi venga l'idea di gettarti dalla rupe.
- Sarò breve. I prahos sono giunti ora - disse Giro Batoë.
- Bene, e poi? - domandò il Portoghese. - Se era per venire a dirci questo, potevi andartene a dormire.
- Non è tutto. Hanno portato delle notizie inquietanti. A quanto udii un incrociatore si è fatto vedere al sud dell'isola. Pare che sia venuto da Labuan, e che abbia idea di mostrarsi dinanzi al villaggio.
- Ah! - esclamò Sandokan. - Credono adunque le giacche rosse, che noi siamo ancora in mare? Se sono venuti per questo, possono tornare a Labuan. Che hanno detto i nostri uomini?
- In fede mia, capitano, non si inquietano tanto e si sono accontentati di porre alcuni buoni artiglieri dietro i terrapieni del sud. Hanno creduto bene di lasciar dormire il capitano Yanez.
- Si ignora adunque che sono ritornato da Labuan?
- Perfettamente, Tigre della Malesia. Non mi avrebbero creduto, e poi l'effetto sarà più grandioso e più inaspettato quando comparirete in persona. Credete che abbia fatto male?
- No, mio bravo Giro Batoë. Va a dir loro di raddoppiare le sentinelle e di caricare i cannoni. No, rimani, che voglio preparare io una graziosa burla al piroscafo quando navigherà in queste acque.
- Che hai in capo di fare? - domandò il Portoghese.
- Lo vedrai, Yanez. Aspettiamo il suo arrivo; sono sicuro che non tarderà a presentarsi dinanzi al villaggio.
I tre pirati si accomodarono all'aperto, sedendosi sulle trincee sfondate accanto agli scheletri, cogli occhi rivolti al sud, l'uno accarezzandosi il mento come uomo che ha trovato ciò che cercava, e gli altri due curiosi di veder ciò che doveva accadere.
Passò un'ora senza che il piroscafo segnalato si mostrasse all'orizzonte, e durante la quale nessuno dei tre disse parola. Si credeva già che avesse preso il largo, quando all'alba furono veduti i suoi fanali ancora accesi che brillavano nella semi-oscurità. Veniva dal sud, navigando a un duecento passi dalla costa e avanzandosi a piccolo vapore. Si sarebbe detto che con una insolente bravata volesse sfidare i pirati di Mompracem.
- Eccolo - disse il Portoghese. - La canaglia si crede di essere ben forte per passare sotto costa.
- Meglio così: avrà agio di vedermi senza l'aiuto di cannocchiali - rispose Sandokan. - Ohe! Giro Batoë, accendi un fuoco presso di me, bisogna che mi scorga bene, che gli mostri che la Tigre della Malesia è ancora viva.
Il Malese non se lo fece ripetere. In pochi istanti accese un gigantesco falò capace di essere veduto a venti miglia in mare.
- Bene - disse Sandokan. - Ora scendi al villaggio e dìai miei tigrotti di imboscarsi dietro le batterie. Quando alzerò la mia bandiera che facciano ruggire i cannoni.
Il piroscafo continuò ad avanzare attirato da quel chiarore insolito passando dinanzi al villaggio a piccolo vapore e a meno di quaranta passi dalla costa. Quando giunse dinanzi alla gran rupe, Sandokan uscendo dall'ombra comparve improvvisamente accanto al fuoco: egli si arrestò sull'estremo ciglione colle braccia tese verso di lui e l'occhio fisso su di un uomo che si teneva in piedi sul ponte di comando.
- William! William! - esclamò egli con iscoppio furioso. - La Tigre! - esclamò quell'uomo che non era altro che il baronetto William. - Guardami in volto! Guardami! - urlò la Tigre della Malesia avvicinandosi ancor più all'abisso sotto il quale rimuggiva il mare con fracasso. - Sono vivo! Vi rispose una tremenda bestemmia seguita da una scarica di fucili. - Arrivederci a Labuan! - disse Sandokan ghignando. - Ci ritroveremo, maledetto da Dio e quel dì berrò il tuo sangue! Si vedevano allora un centinaio di ombre agitarsi sulle batterie del villaggio. Sandokan afferrò la rossa sua bandiera e la levò mostrandola al piroscafo, il quale cercava di virare di bordo per accostarsi alla spiaggia. Un primo colpo di cannone tenne dietro a quel comando, poi dieci, venti, cinquanta: le trincee, i terrapieni, le lunette, i fossati, i prahos in un baleno s'empirono di fumo ruggendo.
Una tremenda grandinata di ferro piovette sul piroscafo demattandolo e rasandolo come un pontone, costringendolo a prendere il largo a tutto vapore, mentre che i pirati correndo sulla costa gridavano ad una voce: l'isola.
- Viva Mompracem! Viva la Tigre della Malesia!