
Si poteva smarrirsi, stante la mancanza di stelle, coperte da un nero velo di fitti vapori che erravano nell'aria da due giorni ma fortunatamente i lumi e i fuochi accesi nelle capanne vennero in loro soccorso per indicare la via. Unendo i remi alla vela, i due pirati, dopo due ore sani e salvi, e senza aver destato l'allarme, sbarcavano sulla riva a duecento passi dalla rupe tagliata a picco sul mare, sulla cui cima stava come un'aquila l'abitazione della Tigre.
Tirata a secco la canoa, che minacciava di venir capovolta dalla risacca, raccolte le armi e tutto ciò che vi era di buono da asportare, si diressero senza far rumore verso la rupe, alla cui base spumeggiava il mare con prolungati muggiti. Sandokan, nel sentirsi sotto i piedi la sua isola, che faceva parte della sua vita, che considerava carne del suo corpo, come il mare faceva parte del suo sangue, respirò, e forse per un momento, per un lampo dimenticò Labuan e forse Marianna.
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da Emilio Salgari, La Tigre della Malesia, 1884-86
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da Emilio Salgari, La Tigre della Malesia, 1884-86