07 gennaio 2012

- Mi si venga a trovare sotto le foreste























- Mi si venga a trovare sotto le foreste, mi scovino questi miserabili cacciatori che fremono dinanzi alla tigre di Labuan; essi cadranno dinanzi alla Tigre della Malesia, fuggiranno come una banda di fanciulli spaventati dinanzi al ruggito di una belva. Solchino i mari coi loro fumanti incrociatori, battano i cespugli coi loro cani e coi loro cavalli, chiamino alle armi la popolazione intera, ma io passerò. Il mio prahos passerà là dove cento altri sono caduti, la mia sciabola si aprirà un varco là fra mille baionette, dove i più coraggiosi sono caduti. Mi ha detto di ritornare a Mompracem per rivedermi vincitore sotto le mura del suo parco, e lo sarò. Sì, Marianna, sì, fanciulla divina, degna della Tigre della Malesia, ritornerò per istrapparti da questi luoghi donde hanno scacciato colui che tu dicesti d'amare, per vendicarne l'affronto, e per trasportarti nella mia isola, nella mia Mompracem, fra i miei, e di là ove tu vorrai!

Le grida degli Inglesi man mano che si allontanava nella foresta correndo come un cavallo, andavano affievolendosi sempre più e le detonazioni diventavano più rare. Il pirata si arrestò un istante ai piedi di un gigantesco albero della canfora, per riprendere il respiro, per scegliere la via da prendersi in mezzo a quelle centinaia e centinaia di piante, le une più grandi delle altre, dove si vedeva come smarrito ad onta della sua solita perspicacia e per pensare sul da farsi in una posizione tanto difficile, su di un'isola nemica, con cinquanta uomini alle calcagna che gli davano la caccia.
La notte era chiara, grazie alla luna che brillava in un cielo senza nubi, spandendo i suoi raggi azzurrini di una infinita dolcezza, di una trasparenza vaporosa, che brillavano sulle fitte verzure, punteggiando in mille differenti guise il terreno coperto di rami e di foglie, scintillanti per la rugiada.

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da Emilio Salgari, La Tigre della Malesia, 1884-86
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