14 marzo 2012

Che importava se il vento ruggiva

Che importava se il vento ruggiva, se il mare si gonfiava, se il prahos rollava e beccheggiava, se perdeva vele e alberi, quando lei era là, quando forse lo aspettava, quando si correva pericolo di non ritrovarla più mai?
Fosse stato pur sicuro di approdare a Labuan una seconda volta ferito o come naufrago, solo e con le giacche rosse alle calcagna a inseguirlo per la seconda volta attraverso le foreste, non gli sarebbe importato purché trovarsi a Labuan e giungere in tempo di rapirla prima della catastrofe.
Solo il Portoghese ebbe qualche timore sulla buona riuscita della spedizione. Egli l'espose a Sandokan.
- L'uragano si addensa, fratello mio. Sarai tu capace di sfidarlo impunemente? Il nostro prahos è un buon legno, non vi ha da dubitare, ma la via è ancora lunga e potrebbe darsi che dovessimo cambiare rotta. Non credi tu che sia cosa saggia poggiare su Mompracem fino a che la burrasca si sia un po' sfogata? Il caporale inglese ha detto fra quattro giorni, quindi il tempo mi pare più che sufficiente per lasciar passare il tifone che ordinariamente non dura molto.
- Non pensarlo nemmeno, Yanez - disse il pirata. - Non ho mai avuto paura di una tempesta e meno l'avrò oggi che si tratta di Marianna. Un ritardo, mi capisci, potrebbe diventarmi fatale e un sospetto potrebbe precipitare la catastrofe. Anzi io penso che questo mare infuriato ci sia di aiuto per passare inosservati la crociera.
- E sui pericoli di un naufragio, hai tu pensato? Annegata la Tigre, sarebbe la morte di lady Marianna.
Il pirata si mise a sogghignare.
- Il naufragio non lo temo, e la morte della Tigre non avverrà né oggi, né domani, né mai. Mi sento invulnerabile e sento pure che toccherò le coste di Labuan sano e salvo!
Il pirata aveva pronunciato queste parole con una sicurezza tale da credere quasi che fosse egli il padrone assoluto dei destini umani.
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