21 novembre 2012

globi di gocciole gelate tra ginepri che la luce fa turbinare

Oratorio di Valverde

Ferma il volo Aurora opulenta
di frutto, di fiore,
balzata da rive vicine
diffondi ancora tremore
di conchiglie, di luci marine,
e le valli dove passasti alla danza
pastorale fra le ginestre
t’empirono le canestre
di folta, di verde abbondanza
- a larghe onde di campane tessuta
venivi, dai fili di memorie, dai risvegli infantili - 

Traevi con te ne l’incanto
le migrabonde stagioni,
ognuna ora dona il suo vanto
e sono albicocche in festoni,
pesche, ciliege, viticci attorti,
orgoglio fragrante degli orti. 

Gracile Primavera cui biancospino
punge il piede errante nel cammino
èsita, implora, non osa
turbare nel sonno la rosa.
Poi labbro che soffia seme di fuoco
la ridesta a poco a poco,
e l’Estate la coglie, la spande
in ampie volanti ghirlande

E Autunno, Inverno che dona?
Inverno per le notti all’altare

globi di gocciole gelate tra ginepri

che la luce fa turbinare,
e i venti quando l’organo rintrona. 

Fra le volute, fra gli archi che vincono gli estri
più snelli delle tastiere, pavoni, uccelli del paradiso, fagiani
bevono in conche cilestri,
la fuggitiva dell’Arca porta l’oliva
fra i melograni.
Su le mensole accanto ai messali gravati
di cuojo gli antifonarî (hanno stuoli
di rondini su occasi affocati):
schiuderanno i voli alle tortore del canto
negli albi cieli pasquali;
non muove l’Anno su cardini di firmamento
né per vie di pianeti
ma lo volge dolce e lento
cerchio di melodie

(Ai quattro punti del Mondo
muovono Arcangeli il vento e i colori)
- ma già nel tempo
spirò dall’occidente un soffio insonne
e accende di cannelle, di cinnamomi,
di rostri porporini i cammini dell’aure
di malie d’arbusti le chiome dei venti i transiti marini.
Di là dalle Colonne
si stende la piana di spume di crespe abbaglianti,
s’erge nei fondali la mole di pomice mora,
s’alzano i re dai manti di piume
nei vortici del sole. 

       … oltre le volte vicino ai campanili
       ove la mano dell’Evangelista
       alta indice alle nubi il volo,
       bianco attonito di cellette, di ballatoi,
       d’intonaco nudo riflette
       tutto l’aereo sospeso mattino. 

Ma dove spirano raggiere ed ombre muschiate
all’interne gallerie, alle grate delle tribune
(trascorrono lucerne la notte)
ove vanto di forme gonfia ringhiere tralci campanule soffia dorate
s’affollano spicchi di volti fra garze consunti profili di lune. 

Lucio Piccolo
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