verso le sei di sera Orlando "vide uscire dal padiglione dell'Ambasciata moscovita una figura, la quale (...) lo riempì della più viva curiosità. La persona (...) era di media statura, di forme assai svelte e vestita di velluto colore dell'ostrica, guarnito di un pelo esotico a riflessi verdastri. ma quei particolari scomparivano di fronte alla straordinaria seduzione che l'intera persona irradiava. Le immagini, le metafore più ardite e stravaganti, si tessero nella sua mente. In meno di tre secondi, l'ebbe battezzata di melone, pigna, ulivo, smeraldo e volpe tra la neve; e non sapeva se l'avesse udita, gustata, veduta, o tutte e tre le cose alla volta. (...).
Ma il pattinatore si avvicinava. (...) In ultimo rallentando e disegnando con suprema grazia una riverenza dinanzi al Re (...). Orlando lo vedeva, l'aveva quasi a portata di mano - era una donna. Egli la contemplò; tremò; ebbe caldo; ebbe freddo; anelò di lanciarsi tra il soffio ardente dell'estate; di premere il piede su delle ghiande; di allacciare con le braccia tronchi di faggi e di querce.
Virginia Woolf, Orlando (1928)
foto in alto: "A lady in the parade dress in Hyde Park. February 1808", da una stampa delle collezione del Costume Institute del The Metropolitan Museum di New York; sotto: abito di Paul Poiret (immagine da Super Starling) e gatto nella neve via pinterest.